mercoledì 3 giugno 2015

LE “INSOSPETTABILI” PROPRIETA’ DELL’ORTICA


L’Ortica (Urtica dioica) nell’immaginario collettivo non ha mai goduto di particolare benevolenza, a causa delle note proprietà urticanti che si evidenziano in seguito al contatto tra cute e foglie. 
La classica pianta erbacea da cui stare alla larga. 
In realtà questa rappresentazione superficiale non tiene conto di tutta una serie di caratteristiche oramai accertate e consolidate nella conoscenza scientifica.
Infatti l’Ortica è una pianta spendibile per vari utilizzi di natura terapeutica.
Le sue foglie, opportunamente cotte, sono particolarmente ricche in sali minerali e vitamine, segnatamente:
  • ferro
  • calcio
  • vitamina A
  • vitamina C
Il contenuto in ferro è molto utile nei soggetti affetti sia da problematiche di carenza di tale minerale che da forme lievi/moderate di anemia, patologia, come è noto, caratterizzata da una riduzione dei livelli di emoglobina.

Il calcio, oltre ad avere un importante ruolo di regolazione, è un componente essenziale della struttura ossea, il che lo rende importante per le donne in menopausa, fase della vita nella quale la riduzione della produzione ormonale porta fisiologicamente alla diminuzione dell’assorbimento di calcio, esponendo a rischi di osteoporosi.
Le vitamine rappresentano una componente fondamentale per il corretto funzionamento del metabolismo e la loro assenza, pertanto, può essere causa di svariati tipi di disfunzioni, in base alle relative carenze.
La cospicua presenza di questi nutrienti permette di annoverare l’Ortica tra le fonti vegetali dotate di proprietà rimineralizzanti, consentendo una completa integrazione dei fattori prima descritti.
L’estratto delle foglie è inoltre dotato di attività diuretica ed antinfiammatoria.
Infatti la diuresi indotta porta ad una minore ritenzione idrica ed un migliore controllo pressorio. Il contrasto alle sindromi infiammatorie può essere sfruttato come ausilio a trattamenti farmacologici.

Foglie dell'Ortica, fonte di ferro e calcio

L’estratto della radice presenta un fitocomplesso con una interessante attività nei confronti dell’ipertrofia prostatica benigna.
Questo tipo di azione nasce dalla capacità di inibire l’attività del diidrotestosterone (DHT).
Il DHT è l’ormone sessuale (androgeno) più potente e deriva dal testosterone, per azione dell’enzima 5-alfareduttasi.
Questo enzima è presente nei tessuti bersaglio del testosterone, in particolare nella prostata.
In questa ghiandola il DHT promuove sia la produzione che la giusta composizione del liquido seminale.
Come è noto, col passare del tempo la prostata è soggetta ad un processo di ingrossamento, mentre i livelli di testosterone tendono a diminuire progressivamente, e con essi i livelli di DHT, che dal testosterone viene generato, come abbiamo visto.
La prostata per il proprio mantenimento funzionale necessita di continuo apporto di DHT e, di conseguenza, reagisce alla riduzione della concentrazione di questo ormone producendo una maggiore quantità di relativi recettori.
Ciò innesca un circolo vizioso nel quale la prostata stimola essa stessa il proprio ingrossamento, anche in presenza di una netta diminuzione fisiologica dei livelli di DHT.
Da qui la necessità di trovare un mezzo terapeutico in grado di inibire gli effetti del DHT, mantenendo, al contempo, l’attività del testosterone.
L’estratto della radice di Ortica offre questa possibilità. Infatti è in grado di inibire il legame tra testosterone e globulina legante gli ormoni sessuali (sex hormone-binding globulin/SHBG).

passaggio enzimatico da testosterone a DHT

Le SHBG sono proteine che, come suggerisce il nome, legano gli ormoni sessuali per trasportarli all’interno del sangue e rilasciarli in prossimità degli organi bersaglio.
Solo la quota di ormone libera da questo legame può interagire con le strutture bersaglio, dal che consegue che, inibendo la capacità legante delle SHBG, la porzione di ormone libera aumenta. Pertanto aumentano i livelli di testosterone e le relative attività.
L’estratto della radice non esaurisce qui la sua attività. Infatti inibisce anche il legame tra il DHT ed i propri recettori prostatici ed il funzionamento dell’enzima 5-alfareduttasi.
Ciò dà luogo ad un effetto sinergico di inibizione nei confronti dell’eccessiva attività del DHT sulla prostata, in quanto viene impedita l’interazione con i relativi recettori e contemporaneamente viene diminuita la produzione di questo ormone.
Quindi si ha un effetto di contrasto all’ipertrofia prostatica, in presenza di una ottimizzazione dell’attività del testosterone. Tale caratteristica permette di godere delle proprietà del testosterone per l’appunto, il che si traduce in un miglioramento della libido, trattamento dei sintomi della disfunzione erettile ed innalzamento del livello delle prestazioni sportive, particolarmente in termini muscolari.

Radice dell'Ortica, ricca di fitosteroli e lignani

Inoltre il contrasto all’azione del DHT viene utilizzato anche per trattare l’alopecia androgenetica, ossia la perdita di capelli generata da fattori ormonali. Infatti questo ormone viene associato ad una progressiva distruzione della struttura pilifera, con una degenerazione dei bulbi che si riflette in una mancata produzione di peli.
Quindi la riduzione della concentrazione e dell’azione di DHT è un fattore di notevole rilevanza per attenuare e prevenire i fenomeni legati alla calvizie ed al diradamento in genere.
Altre proprietà attribuite all’Ortica, i cui meccanismi ancora non sono noti con precisione, sono l’effetto ipoglicemizzante, antiartritico ed antidiarroico, utili rispettivamente nel diabete di tipo II, nell’artrite e reumatismi in genere e nella regolarizzazione del transito intestinale.


Quindi, alla luce di quanto descritto, crediamo a buon titolo di poter contribuire a riabilitare la reputazione dell’Ortica.
I giudizi corrivi basati su esperienze fugaci potrebbero trasformarsi in piena consapevolezza, a maggior ragione per coloro che presentano un quadro fisiopatologico in linea con l’utilizzo delle proprietà terapeutiche di questa pianta. 
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